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cap. xi. — il capitano della guardia | 153 |
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— Ditemi, rimarrà prigioniera Mysora?
— Amali non ha per ora alcuna intenzione di lasciarsela sfuggire perchè....
— L’ama, — disse il capitano.
— Come lo sapete?
— Ne avevo il dubbio.
— Sì, l’ama molto.
— Peccato! Sarebbe stato meglio che non avesse pensato a quella giovane.
— Eh! Andate a dirlo ad un innamorato. Credo d’altronde che sarebbe meglio che le due famiglie si imparentassero, radunando sotto un solo scettro i partigiani dell’una e dell’altra. Sarebbe buona politica.
— Ed in tal modo il marajah sfuggirebbe alla sua punizione, — disse il capitano con accento feroce. — Io però non sono innamorato.
— Le vostre parole nascondono mia grave minaccia e non vorrei trovarmi nella pelle del marajah.
Il capitano fece col capo un cenno che pareva una affermazione, poi alzandosi disse:
— Debbo recarmi ora dal marajah. Contate su di me, e, durante la mia assenza, consideratevi come i padroni di questa casa.
— Ne approfitteremo, essendo molto stanchi e anche affamati, — rispose Jean Baret. — Quando vi rivedremo?
— Prima di questa sera. Vi raccomando di non pronunciare il nome di Amali nemmeno dinanzi ai miei servi. Sarebbe pericoloso per me e più specialmente per voi.
Era appena partito, quando i servi rientrarono