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l'incendio della nave. 149

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Un marinaio si slanciò fuori dal boccaporto di maestra, pallido, smarrito, trasfigurato, gridando per la terza volta, con una voce strozzata dallo spavento:

— La nave brucia!...

Il capitano Hill si slanciò verso di lui.

— Sei impazzito, Brown! — esclamò.

— No, signore — rispose il marinaio. — La dispensa dei viveri è in fiamme; guardate!...

Una nube di fumo acre e denso usciva dal grande boccaporto, dapprima lentamente poi rapidamente, avvolgendo le vele basse.

— Gran Dio! — esclamò il capitano.

Girò intorno uno sguardo terribile guardando prima Bill, poi Mac Bjorn e quindi i loro compagni.

— Guai, guai!... Un sospetto solo e vi faccio tutti appiccare sul più alto pennone! — esclamò. — A me, Asthor e voi tutti, se vi preme la vita, preparate le pompe.

Ciò detto si slanciò verso il boccaporto seguìto dal vecchio marinaio, mentre l’equipaggio abbandonati i due prigionieri s’affannava a preparare le pompe e i mastelli, aiutato dai naufraghi che parevano avessero abbandonato ogni proposito di vendetta.

Malgrado i nuvoloni di fumo che ora irrompevano con furia irresistibile attraverso la larga apertura, il capitano e Asthor scesero la scala che conduceva nel frapponte.

Il fumo aveva invaso quasi tutta la stiva. Usciva in grosse colonne dal deposito di viveri situato sotto la camera comune di prua, stipandosi nelle corsie e occupando tutti i recessi della grande nave.

Le tigri, che cominciavano ad essere avvolte e che per istinto sentivano la vicinanza del fuoco, ruggivano e balzavano con impeto

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