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ARGOMENTO

Carino, parlando con Sincero, e confortandolo a bene sperare nel suo esilio, e nella lontananza dalla sua donna, racconta i suoi amori con una Ninfa; e in questa narrazione descrive molti spassi d’uccellare, che sogliono pigliarsi alle ville, sollazzevoli veramente, e di molto gusto; come bene si può ancora comprendere dalle tre giornate de’ piaceri della villa, descritte nella Agricoltura del mio rarissimo in questa professione Signore Agostino Gallo gentiluomo Bresciano.


prosa ottava.


Appena era io alle ultime note del mio cantare pervenuto, quando con allegra voce Carino ver me esclamando: Rallegrati, mi disse, Napolitano pastore, e la torbidezza dell’animo, quanto puoi, da te discaccia, rasserenando omai la malinconica fronte; che veramente ed alla dolce patria, ed alla donna, che più che quella desideri, in brevissimo tempo ritornerai, se ’l manifesto e lieto segnale, che gli Dii ti mostrano, non m’inganna. E come può egli essere? risposi io: ora basterammi tanto il vivere ch’io la riveggia? Certo sì, disse egli: e degli augurii, e delle promesse degli Dii non si deve alcuno sconfortare giammai; perocchè certissime ed infallibili tutte sono: adunque confortati, e prendi speranza di futura letizia; che cerio io spero che ’l tuo sperare non sia vano. Non vedi tu il nostro Ursacchio tutto festivo

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