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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sannazaro - Arcadia, 1806.djvu{{padleft:193|3|0]]ad alta voce la divina anima, ferono similmente i loro doni; chi uno agnello, chi uno favo di mele, chi latte, chi vino, e molti vi offersero incenso con mirra, ed altre erbe odorifere. Allora Ergasto, fornito questo, propose i premj a coloro, che correre volessero; e facendosi venire un bello e grande ariete, le cui lane eran bianchissime, e lunghe tanto, che quasi i piedi gli toccavano, disse: Questo sarà di colui, a cui nel correre la sua velocità, e la fortuna concederanno il primo onore. Al secondo è apparecchiata una nova e bella fischia, convenevole instrumento al sordido Bacco. El terzo rimarrà contento di questo dardo di ginepro, il quale ornato di sì bel ferro, potrà e per dardo servire, e per pastorale bastone. A queste parole si ferono avanti Ofelia, e Carino giovani leggerissimi, ed usati di giungere i cervi per le selve: e dopo questo, Logisto, e Galizio, e ’l figliuolo di Opico, chiamato Partenopeo, con Elpino, e Serrano, ed altri lor compagni più giovani, e di minore estima: e ciascuno postosi al dovuto ordine, non fu sì tosto dato il seguo, che ad un tempo tutti cominciarono a stendere i passi per la verde campagna con tanto impeto, che veramente saette, o folgori avresti detto che stati fossero: e tenendo sempre gli occhi fermi, ove arrivare intendeano, si sforzava ciascuno di avanzare i compagni. Ma Carino con meravigliosa leggerezza era già avanti a tutti: appresso al quale, ma di buona pezza, seguiva Logisto, e dopo Ofelia; alle cui spalle era sì vicino Galizio, che quasi col fiato il collo gli riscaldava, e i piedi in quelle medesime pedate poneva: e se più

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