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202 | lettere di fra paolo sarpi. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:210|3|0]]cerca una medicina in sè stessa solutiva, ma che salvi il corpo che vogliamo medicare.
L’editto del re di Spagna contro la Monarchia di Sicilia scritta da Baronio, conclude più di quello che pare; perchè avendo scritto quel particolare con tanta passione, non può aver scritto il resto con temerità; e se bene pare una condanna di cinquanta fogli, è però una censura di tutta l’opera di dodici tomi, e della persona e dei costumi dell’autore. La causa della dilazione a far tale editto sei anni dopo, per mio parere, è stata la vita del re di Francia, non volendo essi dar occasione al papa di ricorrere a quel re, come si vede adesso; che se avesse luogo dove ricorrere, si getterebbe in ogni soccorso; nè ha il re pretesto di muoversi per religione. Io son certificato per molte buone relazioni, che gli Spagnuoli pensano diligentemente a quel disegno romano di farsi monarchi di tutto il mondo sotto pretesto di religione, e stanno attenti ad ogni andamento.
Rendo grazie a V.S. che abbia mandato la copia a monsieur l’Eschassier, il quale io stimo quanto la sua virtù merita, e ho ricevuto da lui molte buone instruzioni; nè vi è persona con chi tenessi più volentieri corrispondenza, che con lui e con monsieur Gillot; e mi dispiace la partita del signor Foscarini per esser privato per tal causa della corrispondenza di quei due gentiluomini. Ho studiato molto per ritrovar strada di riattaccarla, vedendo ch’io perdo assai; ma non la so inventare. Prego ben V.S., se gli verrà occasione di scrivere ad alcuna persona da bene in quella parte, mi faccia la grazia di far presentare loro un baciamano per mio nome.