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lettere di fra paolo sarpi. 313

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:321|3|0]]che parola, perchè quando la corrispondenza non fosse in modo conveniente, meglio sarebbe troncarla. Con questa occasione li dirò, che li amici di Barbarigo risolvono che un altro vadi in Spagna; onde a lui toccherà Francia, ma questo non sarà se non l’anno seguente.

A Roma hanno imparato che la opposizione e contenzione non giova loro, ma mette li altri in vigilante difesa; e però, con dissimulata negligenza e con dimostrazione di creder ogni cosa, inducono negligenza vera e un sonno profondo. È verissimo che la tradizione di Badoero ha conseguenze, ma ancora segrete e grandi. Spero in Dio che questa sarà stata una alterazione di salute, e il fine sarà buono.

Mi dà gran gelosia la controversia che vedo nascere tra Reformati nelle cose di religione, massime essendone già nate altre molto pericolose in Olanda. Piacerà a Dio impedire i cattivi disegni; chè, quanto a me, tra tutte le imprese spagnuole, questa mi pare la maggiore, aver potuto dividere li Ugonotti. Ma perchè bene spesso si vede che Dio rivolta in bene le cose incommode, e che le desiderate tornano in male, voglio sperar nella Maestà sua divina, che farà terminare a buon fine e queste e coteste cose, se bene al presente noi non sappiamo divinar esito buono.

In Italia non abbiamo cosa di momento, perchè a Roma si continua il modo usato. Questo solo è di considerazione: che dovendosi creare a questa Pentecoste in Roma un generale dell’ordine di San Domenico e un altro di San Francesco, è stato comandato a Don Francesco di Castro, ambasciatore

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