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62 | lettere di fra paolo sarpi. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:70|3|0]]sole per 30 gradi, la lontananza della terra ci si presenta per gradi 150. E così, quando la luna ci apparisce illuminata per 2 digiti, la terra si mostra alla luna illuminata per 10; e quando la luna decrescendo manifestasi alla terra illuminata per 10 digiti, la terra quasi crescendo si mostra alla lana illuminata per 2 digiti. Faccia conto di ragionare allo stesso modo sulle altre fasi, fino a che s’avrà procacciato idee sicure e familiari. Con questo dileguerà Ella il dubbio che viene dal veder noi la luna falcata e come semi-opaco il resto del corpo. D’onde mai quella luce? Io dico dalla terra, cui la luna vede illustrata per 2 o 10 digiti. Perchè poi non vedesi quella oscurezza nella mezza luna? Perchè il lume che piglia dalla terra è più debole, venendole solo dalla metà della terra. Da ultimo, come la luna più è vicina alla congiunzione e tanto minor lume comunica alla terra, questa ne offre un maggiore; e quando tende alla opposizione, quella cresce, la terra poi scema, finchè, tolta via, riesce massimo il lume della luna e nullo quello della terra.
Sulla domanda proposta dalla S.V. circa alla terra e all’acqua, quale delle due, cioè, riceva più luce dal sole e la riverberi, dirò brevemente. Se Ella riguarderà una grandissima massa d’acqua situata in luogo esposto al sole, vedrà la particella d’acqua su cui riflette il sole, illuminata alla pari di esso, e anzi ritrarne la immagine, e il luogo stesso, come la S.V. asserisce, splendere quasi sole; con oscurezza poi le si presenteranno le altre parti dell’acqua, cui percuote il sole. Se poi rimirerà altrettanta terra illuminata, le si mostrerà tutta a egual modo lucente; meno invero della particella d’acqua