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18 note

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Satire (Giovenale).djvu{{padleft:130|3|0]] 25 Le cinque botteghe, quinque tabernae: chiamavasi così un luogo nel Foro dove si riunivano gli usurai, i banchieri ed altra gente di simil genere; ed era, come dire, la borsa di Roma. Intendasi dunque che quest’uomo faceva, come dicono oggi, il giuocatore di borsa, e guadagnava 400,000 sesterzi all’anno, che era quanto ci voleva per esser cavalieri.

26 Un discendente di M. Valerio Corvino che fu console l’anno 466.

27 Pallante fu liberto di Claudio, ed ebbe gran parte negl’intrighi di quel regno. Con male arti aveva ammassato ingenti ricchezze. Licinio, liberto d’Augusto, mandato al governo della Gallia avea fatto sacco, spogliando quella provincia.

28 Agli schiavi, che erano esposti alla vendita, si scriveva con creta o gesso sui piedi la loro patria e il nome del padrone che li vendeva.

29 Le parole del poeta in questo luogo hanno oggi dell’enimmatico, e son queste: quaeque salutato crepitat concordia nido. Tra i diversi e opposti pareri degl’interpreti il più verosimile parmi questo di V. Fabre de Narbonne. Sotto Domiziano il tempio della Concordia, dove il Senato soleva raccogliersi più spesso, fu abbandonato; poiché questo principe convocava quasi sempre i Padri nel suo palazzo d’Alba. Anche Nerva e Traiano lo lasciarono nello stesso abbandono, talchè le cicogne cominciarono a nidificarvi dentro. Non è egli probabile che il Nostro abbia voluto satireggiare questo abbandono? Un tempio che tante volte avea raccolto in sè quell’assemblea di Numi, come la chiamava l’ambasciatore di Pirro, era divenuto una cova di cicogne; il pigolare di questi uccelli era succeduto ai liberi parlari dei vincitori di Annibale.

30 Centum quadrantes. Il quadrante era la quarta parte dell’asse, e valeva presso a poco due centesimi dei nostri. Cento quadranti facevano dieci sesterzi minori, e circa due lire italiane. — Di tanto era generalmente la sportola.

31 Queste parole le dice il dispensatore della sportola, che si è accorto dell’inganno.

32 Il Foro di Augusto, nel quale discutevansi le cause, e dove si vedevano le statue dei sommi capitani, e quella di Apollo, che però è detto per facezia giurisperito.

33 Credo anch’io colla maggior parte dei commentatori, che questa sia un’altra tiratina d’orecchi a quel Crispino da Canopo liberto di Domiziano, intorno al quale vedi la nota 10.

34 Per farsi un boccon da mangiare.

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