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NOTE ALLA SATIRA TERZA


1 Presso Cuma era la grotta della più famosa tra le Sibille, detta perciò Sibilla Cumea.

2 I Romani che si recavano a Baja per villeggiare o prender bagni, dovevano passare da Cuma: però questa è detta la porta di Baja.

3 La Suburra era una delle vie più popolate di Roma, e correva dal gran Foro all’Esquilie.

4 La porta Capena, oggi di S. Sebastiano, era ai piedi dell’Aventino, e metteva sulla via Appia. È detta umida, perchè lì vicino passava un antico acquedotto.

5 Quando un editto di Domiziano cacciò di Roma gli Ebrei (e pare che a quel tempo si comprendessero sotto questo nome anche i Cristiani), fu dato loro il permesso di stabilirsi nella foresta d’Aricia, che era l’antico bosco della Ninfa Egeria. Viveano molto meschinamente, facendo il mestiere di mendicanti e d’indovini.

6 Due tristi soggetti, che con male arti si erano arricchiti.

7 Quando un gladiatore era ferito domandava grazia della vita a chi soprintendeva allo spettacolo, e questi consultava il popolo; il quale assentiva o dissentiva secondo che mostrava la mano col pollice piegato, o ritto e rivolto verso il gladiatore.

8 I potenti non ti fanno doni che per averti complice alle loro iniquità. Una volta divenuto loro confidente ti te-

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