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di giovenale | 75 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Satire (Giovenale).djvu{{padleft:187|3|0]]
Di spie formicolava, e i guardacoste,
Cile vanno su e giù, tosto un’accusa
Avrebber dato al pescator tapino.
Giurando a faccia tosta che quel pesce
Era un fuggiasco, il qual, negl’imperiali
Vivai pasciuto a lungo, aveva alfine
Disertato di là: quindi doversi
Riconsegnare al suo padrone antico?
Di più, se deve darsi alcuna fede
A Palfurio o Armillato, ’ ogni e qualunque
Cosa bella e di pregio in mar si trova,
Dovunque la si trovi, è di ragione
Del Fisco. " Dunque al Fisco la si doni
Prima ch’ei se la tolga. - Alle brinate
Ornai faceva posto il micidiale
Autunno, ed aspettavano i malati
Già la quartana: ’* e lo squallido inverno,
Soffiando, mantenea la fresca preda.
Ma quegli, ’ come fosse minacciato
Dallo scilocco, via, dassela a gambe.
Delatore forent? dispersi protinus algae
Inquisitores agerent cum remige nudo,
50Non dubitaturi fugitivum dicere piscerà
DepastunKjue din vivaria Caesaris inde
Elapsum veterem ad dominum debere reverti.
Si quid Palfurio, si credimus Armillato,
Quidquid conspicuum pulchrumque est aequore toto,
55Res fìsci est, ubicumque natat: donabitur ergo,
Ne pereat. lam letifero cedente pruinis
Autumno, iam quartanam sporantibus aegris,
Stridebat deformis hiems praedamque recentem
Servabat: tamen hic properat, velut urgeat auster.
60Utque lacus suberant, ubi quamquam diruta servat
Ignem Troianum et Vestam coiit Alba minorem,