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alla satira quarta | 87 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Satire (Giovenale).djvu{{padleft:199|3|0]]da questo luogo di Cicerone: «Quum in quartanam conversa vis est morbi (sic enim scribit Curius) spero te, diligentia adhibita, etiam firmiorem fore. Ep. fam. XVI. 2.
15 Il pescatore.
16 Il culto di Vesta, simboleggiato nel fuoco, fu per Enea recato da Troja in Alba; e di là poscia trasportato a Roma da Tullo Ostilio, dopo che ebbe distrutto Alba. Rimase però sempre nella prima sede un tempio a questa Divinità: la quale, secondo lo scoliaste, è detta Minore in confronto colla romana.
17 Del palazzo di Domiziano; il qual restava molto ad Alba, dove aveva fondato un collegio di sacerdoti, e dove obbligava i senatori di seguirlo.
18 Domiziano è per canzonatura paragonato ad Agamennone, di cui non aveva altro che la superbia.
19 Il pescatore anconitano.
20 Per mostrare che si burlava di lui.
21 L'imperatore è già al suo posto nella sala del consiglio.
22 Quintiliano ne fa il medesimo ritratto: Vibius Crispus compositus et jucundus atque delectationi natus, privatis tamen causis quam publicis melior. Lib. X. cap. I. delle Istituzioni.
23 Così Svetonio: Erat autem non solum magnae, sed etiam callidae inopinataeque sententiae.
24 Odasi Tacito: Acilius Glabrio consul sub Domitiano fuit indignus pati quae passus est. Huius filium juvenem cum occideret Domitianus, ipsum Acilium servavit, qui poenas sentiret. Ann.
25 Chiamavasi figlio della terra uno che fosse d'origine ignobile e oscura. Cicerone in una lettera ad Attico dice: Huic terrae filio committere epistolam tantis da rebus non audeo: cioè non oso affidare a questo sconosciuto una lettera di tanta importanza.
26 Pare che questo giovane scendesse a combattere coi leoni per acquistarsi la simpatia e la fiducia di Domiziano, il quale, al dire di Svetonio, era appassionatissimo per tali combattimenti; e poi valersene per vendicare in lui tutte le infamità. Ma lo strattagemma non gli giovò; come avea giovato a Bruto il fingersi scemo. - Gli orsi di Numidia pei romani erano i leoni.
27 Si sa che Giunio Bruto da giovanetto faceva il grullo per eludere la sorveglianza di Tarquinio superbo, e così giungere più facilmente a vendicare il padre e il fratello.