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168 | note |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Satire (Giovenale).djvu{{padleft:280|3|0]]farsi beffe di altrui. Dante esprime la medesima idea nel canto XVII dell'Inferno:
Quindi storse la bocca, e di fuor trasse
La lingua, come bue che il naso lecchi:
perciò ho creduto potermi servire delle sue stesse parole.
57 Tullia e Maura, due donne empie e di perdutissimi costumi.
58 La celebrazione dei misteri di Fauna, detta la Bona Dea, risale ai primi tempi di Roma. Solamente le donne poteano pigliarvi parte; e fino agli ultimi anni della Repubblica questa legge fu scrupolosamente rispettata. Ma dopochè Clodio li profanò introducendosi, travestito da sonatrice d'arpa, in casa di Cesare dove si solennizzavano, per corrompere la moglie di lui Pompea, andarono sempre declinando in peggio: talchè innanzi al tempo di Giovenale potea dirsi che avessero più dell'orgia, che d'una festa religiosa. E ciò non parrà esagerato ove si pensi che n'erano come sacerdotesse una Livia, una Poppea, ed una Messalina.
59 Allude al fatto di Clodio narrato nella nota superiore.
60 Cesare scrisse contro Catone due libri che intitolò Anticatones per contrapporli agli elogi che Cicerone avea fatto di quel grande in una sua opera. Ognun sa che allora scrivevasi sopra membrane o pergamene, le quali arrotolate pigliavano una forma cilindrica. Io credo che non senza malizia il poeta sia andato a scavare questo libro contro il più virtuoso dei Romani, per farlo servire ad una similitudine, che certo non avrebbe lusingato l'autore.
61 Dice questo a modo di scherzo. Dove si celebravano questi misteri, non solo non poteano entrare animali maschi di nessuna specie, ma se vi erano quadri o statue di sesso mascolino, doveano coprirsi di un velo.
62 Vasi che servivano a Numa per sacrificare agli Dei.
63 Gran chirurgo, al quale si ricorreva per tali operazioni.
64 Priapo.
65 Vedi sopra la nota 17.
66 Allude ai giuochi capitolini, istituiti da Domiziano in onore di Giove capitolino. Consistevano in gare di lottatori, atleti, poeti, musicanti ecc. che si disputavano una corona di quercia, la quale veniva consegnata al vincitore dallo stesso Imperatore.
67 Forse perchè gl'interiori non davano buon augurio.