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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Satire (Persio).djvu{{padleft:29|3|0]]
Mimallonj rimbombi i corni empiero
Ritorti; ed Evio una Baccante intuona
144Presta a tagliar la testa a toro altero;
E la Menade insana, che scozzona
Coi corimbi la lince, Evio ripete;
147La reparabil Eco al suon risuona.
Or se scorresse in noi delle segrete
Pallottole paterne un solo spruzzo,
150Queste mattezze si farian? Vedete
Peregrino giojel, che sul labbruzzo
Nuota stemprato a fiore di saliva!
153Menade, e Atino in molle! e il poetuzzo
Nè scaffal batte, nè rode ugna viva.
A. Ma con mordace verità, chè vale
156Punger tenere orecchie? E se t’arriva,
Che si ghiaccin de’ grandi a te le scale?
Statti all’erta: la lettera canina
159Nei nasi illustri ringhia. P. Una cotale
Merce la sia per me dunque divina.
Non m’oppongo: allegría; tutti, sì tutti
162Siete versi stupendi. A. Or ben cammina.
P. Niun quì, dici, a sgravar l’alvo si butti:
E tu due serpi vi dipingi, e al piede:
165Pisciate altrove, è sacro il loco, o putti.
Me la batto. Ma che? Libero fiede
Lucilio la città; frange il sannuto
168Dente in Lupo, ed in Muzio: il pel rivede
Tutto al ridente amico suo l’astuto
Flacco, e per entro al cor ti scherza, esperto
171Nel sospender la gente al naso acuto.