< Pagina:Satire (Persio).djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

29

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Satire (Persio).djvu{{padleft:35|3|0]]

  Dentro l’onda la notte. Ma rispondi:
  Una minuzia vo’ saper. Di Giove
  25Che pensi tu? Nol credi da preporsi? ...
  — A chi preporsi? — A chi? mo... a Stajo almeno.
  Se’ forse in dubbio chi miglior dei due
  Sia giudice, o tutor d’orbi fanciulli?
  Or questo prego, con che tenti a Giove
  30Piegar l’orecchio, a Stajo il conta. E Stajo,
  O Giove! griderà, buon Giove! ed anzi
  Non udrem Giove apostrofar se stesso?
  Dunque, perchè tonando il fulmin sacro
  Fiede l’elce, e non te, nè le tue case,
  35Fai per questo pensier te la perdoni?
  Perchè al bosco cadavere non giaci
  Triste e vitando, insin che il prete Ergenna
  Con le fibre d’agnella non t’espia,
  Dunque per questo la balorda barba
  40Ti dà Giove a strappar? Ma con che prezzo?
  Con che t’hai compre degli Dei l’orecchie?
  Con fegatelli, e lardi, ed intestini?
Ecco l’ava, o la zia religïosa
  Toglie il bambin di culla, ed umettato
  45L’infame dito di lustral saliva,
  Il labbruzzo e la fronte in pria gli purga
  Di fascini perita arrestatrice.
  Indi alquanto lo scuote, e supplicando
  Or ne’ campi Licinj, or ne’ palagi
  50Di Crasso invia la magra speme: e lui
  Bramin genero un dì regi e regine,

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.