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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Satire (Persio).djvu{{padleft:35|3|0]]
Dentro l’onda la notte. Ma rispondi:
Una minuzia vo’ saper. Di Giove
25Che pensi tu? Nol credi da preporsi? ...
— A chi preporsi? — A chi? mo... a Stajo almeno.
Se’ forse in dubbio chi miglior dei due
Sia giudice, o tutor d’orbi fanciulli?
Or questo prego, con che tenti a Giove
30Piegar l’orecchio, a Stajo il conta. E Stajo,
O Giove! griderà, buon Giove! ed anzi
Non udrem Giove apostrofar se stesso?
Dunque, perchè tonando il fulmin sacro
Fiede l’elce, e non te, nè le tue case,
35Fai per questo pensier te la perdoni?
Perchè al bosco cadavere non giaci
Triste e vitando, insin che il prete Ergenna
Con le fibre d’agnella non t’espia,
Dunque per questo la balorda barba
40Ti dà Giove a strappar? Ma con che prezzo?
Con che t’hai compre degli Dei l’orecchie?
Con fegatelli, e lardi, ed intestini?
Ecco l’ava, o la zia religïosa
Toglie il bambin di culla, ed umettato
45L’infame dito di lustral saliva,
Il labbruzzo e la fronte in pria gli purga
Di fascini perita arrestatrice.
Indi alquanto lo scuote, e supplicando
Or ne’ campi Licinj, or ne’ palagi
50Di Crasso invia la magra speme: e lui
Bramin genero un dì regi e regine,