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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Satire (Persio).djvu{{padleft:47|3|0]]
Tu, cui mostra alla dritta il miglior calle
La Samia lettra, in due rami partita,
84Tu ancor russi? E col capo su le spalle
Cadente, e tutta stirando la vita
Sbadigli sì la crapola di jeri,
87Che par che la mascella abbi scucita?
Ma dinne: ad alcun segno i tuoi pensieri,
I tuoi strali hai tu dritti? o a’ corbi ir dietro
90Quà e là con sassi e zolle è tuo mestieri?
E vivere a giornata, e innanzi indietro
Gir col capo nel sacco? All’epa è vano
93L’elleboro, se gonfia è fuor di metro.
Al mal che viene occorri; e a starti sano
Non ti fia d’uopo un monte di monete
96Promettere a Cratéro. Il come arcano
Delle cose, infelici, ah conoscete!
L’uom chè sia, perchè nasca, e perchè viva,
99D’onde partir, dove piegar dovete;
Qual regola civil, qual si prescriva
Modo all’oro, qual sia desir permesso,
102L’util fin dove del danaro arriva;
Quanto alla patria, e a’ suoi ne va concesso,
Qual ti comanda, ed in qual posto il Nume
105Nell’umana repubblica t’ha messo.
Questo impara, nè invidia ti consume
Se ricca altrui dispensa olir si sente
108Di molt’unto, di pepe, e di salume,
Dei pingui Umbri difesi, o di clíente
Marso grati ricordi; e se il primajo
111Bugiuol d’acciughe ancor gli spalma il dente.