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  Fiche squaderni del diretro al pubblico.
  Mentre la felpa profumata pettini
  Della mascella, perchè poi dall’inguine
  Raso ti guizza d’ogni pelo il tonchio?
  55Ancorchè cinque palestriti svellano
  Quella selvaccia, e con mollette affliggano
  Le flosce chiappe, nò, per verun vomere
  Una felce siffatta unqua non domasi.
Così tagliamo altrui le gambe, e stolidi
  60Diam le nostre a tagliarsi; e così vivesi,
  Così noi stessi conosciam. Ti macera
  Occulta piaga il pube, ma ricoprela
  Largo aurato pendon. Dalla ad intendere
  Come ti piace, e se puoi, gabba i muscoli
  65Dolorati. — Ma egregio uomo mi predica
  Il vicinato: non terrogli io credito? —
  Se visto l’auro, o ghiottoncello, impallidi,
  Se fai tutto, che detta la prurigine
  Del menatojo che in amaro tornasi,
  70Se al Puteale il debitor tuo scortichi
  Cauto usurajo, invan tu porgi al popolo
  L’avide orecchie. I non tuoi merti ai diavolo,
  E le ciabatte al ciabattier. Teco abita,
  E vedrai non t’aver che cenci e zacchere.

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