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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Satire (Persio).djvu{{padleft:59|3|0]]
Fiche squaderni del diretro al pubblico.
Mentre la felpa profumata pettini
Della mascella, perchè poi dall’inguine
Raso ti guizza d’ogni pelo il tonchio?
55Ancorchè cinque palestriti svellano
Quella selvaccia, e con mollette affliggano
Le flosce chiappe, nò, per verun vomere
Una felce siffatta unqua non domasi.
Così tagliamo altrui le gambe, e stolidi
60Diam le nostre a tagliarsi; e così vivesi,
Così noi stessi conosciam. Ti macera
Occulta piaga il pube, ma ricoprela
Largo aurato pendon. Dalla ad intendere
Come ti piace, e se puoi, gabba i muscoli
65Dolorati. — Ma egregio uomo mi predica
Il vicinato: non terrogli io credito? —
Se visto l’auro, o ghiottoncello, impallidi,
Se fai tutto, che detta la prurigine
Del menatojo che in amaro tornasi,
70Se al Puteale il debitor tuo scortichi
Cauto usurajo, invan tu porgi al popolo
L’avide orecchie. I non tuoi merti ai diavolo,
E le ciabatte al ciabattier. Teco abita,
E vedrai non t’aver che cenci e zacchere.