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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Satire (Persio).djvu{{padleft:92|3|0]]naviget Antyciras scritto sur i boccali. Oltre il molt’uso che ne facevano per curare l’indigestione, la stitichezza, l’etisía, l’idropisía ec., l’adoperavano anche per eccitare l’elasticità dell’ingegno, siccome leggiamo essersi praticato da Carneade quando scrisse contra Zenone. Altrettanto opravasi, se diam fede a Persio, da cotesto Azzio Labeone traduttor dell’Iliade. Quindi il satirico per ippalage ne chiama briaca d’elleboro la traduzione invece del traduttore.
calve. v.6. — Il Fochelino seguito dal Salvini, e da altri di dolce pasta piglia questo calve per vocativo del nome Calvo, e mi va a trovare certo Calvo eccellente poeta, amicissimo di Catullo, e vivente ancora al tempo d’Ovidio, che lo ricorda con somma lode. Povero senso comune! Aveva ragione il Serassi, che chiamavalo senso raro.
o jane etc. v.8 e seg. — Accenna in tre versi tre modi antichi di derisione fatta dietro le spalle, cioè il collo della cicogna, le orecchie dell’asino, e la lingua del cane. Il secondo è in uso anche al dí d’oggi, e giova il non perderlo, essendo tante le occasioni di praticarlo.
Raccontasi che s. Girolamo, disperato di poter intendere Persio, lo gittasse alle fiamme, dicendo: si non vis intelligi non debes legi; e si osserva d’altra parte, ch’egli usurpa frequentemente le maniere di Persio. Nella sua epistola a Rustico monaco leggesi inserito di pianta il passo che stiamo annotando: Si subito respexeris, aut ciconiarum deprehendes post te colla curvari, aut manu auriculas agitari asini, aut aestuantem canis protendi linguam. L’intendeva egli dunque, e non solo intendevalo, ma il copiava. Si ponga perciò quell’aneddotto accanto all’altro che narrasi a spese del medesimo Santo, ch’egli cioè venisse una volta bastonato dal diavolo, perché troppo studiava le eleganze ciceroniane; quando Erasmo è d’avviso, che quella battitura dovesse aver luogo per colpa tutta contraria.
quis enim? v.63. — Ecco un quarto interlocutore, e gli altri son sempre in iscena. È un corto dialogo tra il vecchio pazzo poeta e il suo adulatore, quel medesimo probabilmente a cui poco fa è stato dato da cena, e un frusto gabbano per guardarsi dal freddo. Costui parla fino al verso, ecce modo heroas.
venosus. v.75. — Con metafora presa dalle vene turgide e risaltanti nelle persone vecchie dice Persio venosa la Briseide di Accio, antico tragico; e con questo unico aggiunto molti difetti si esprimono