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CAPITOLO SESTO

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nuovi furti e baratterie.



Allora Ascilto, ripreso fiato, diè sfogo alla sua grande allegrezza di aver saccheggiata la casa di Licurgo uomo avarissimo, della cui stitichezza a ragion si lagnava, perchè nessuna mercede avea ricevuto delle sue notti, e assai parcamente il trattava a mensa; poichè tanto sordido era colui, che ad onta d’immense ricchezze risparmiava persin le cose che gli erano necessarie alla vita.


Non può tra l’acque bere14
  Tantalo sciaurato,
  Nè i frutti ritenere
  Che si rimira a lato,
  Mentre aguzzan sue brame
  6E la sete e la fame.

Tal ricco avaro in mezzo
  A’ suoi tesori geme,
  E d’ogni cosa il prezzo
  Con tanto affanno teme,
  Che a dente inaridito
  12Mastica l’appetito.

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