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l'opera di giovanni schiaparelli 299

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Scientia - Vol. IX.djvu{{padleft:307|3|0]]Mappa aerografica colpiva: il metodo perfetto dell’osservazione, la precisione delle misure pazienti, il disegno delineato con mano e intelletto di artista, la padronanza della letteratura classica antica, i nomi adottati e tratti dalla geografia primitiva orientale, uno strano e complicato sistema di canali che avvolgeva tutto il pianeta.

Eccitò questo primo lavoro su Marte dubbi e critiche, e forse, se lo Schiaparelli stato non fosse già un astronomo principe e temuto, le sue osservazioni su Marte sarebbero state soffocate in sul nascere da astronomi stranieri e da accademici. Non sfuggirono all’occhio suo indagatore le tergiversazioni degli avversari, ma egli non si lasciò trascinare a polemiche, e facendo da esse astrazione continuò impavido le sue osservazioni per anni e anni, le quali lo portarono a scoprire nel 1882 su Marte altro fenomeno strano che egli, con parola geniale, chiamò la «geminazione dei canali di Marte».

I fatti tutti osservati su Marte, specialmente i canali e la geminazione loro, sollevarono disquisizioni interminabili alle quali egli non si sottrasse e prese anche parte discreta, conservando però sempre e nella forma e nel pensiero quella misura che della mente sua era caratteristica invidiabile. Certo «vi hanno molte questioni più importanti che quella dei canali doppii di Marte, ma è difficile trovarne una più straordinaria, e della quale il segreto sia più lontano dalla nostra esperienza di ogni giorno e tuttavia più profondo». Certo ancora «il dubbio è lodevol cosa e fonte talora di mirabili scoperte nelle ricerche scientifiche, ma ammettere non si può su fatti veduti, riveduti e fedelmente riprodotti». E a questi egli portò viva attenzione in tutte le opposizioni di Marte fino a quella del 1800, ed essi illustrò in una serie di sette Memorie da lui presentate all’Accademia dei Lincei sotto il titolo di «Osservazioni astronomiche e fisiche sulla topografia del pianeta Marte»

Il pianeta Marte fu certo l’argomento nel quale lo Schiaparelli meglio potè dimostrare la genialità somma, le complesse e varie e mirabili attitudini di sua mente. Scrisse intorno ad esso lunghi articoli di indole popolare usciti in tedesco, in francese nelle più diffuse riviste astronomiche. Scambiò intorno ad esso lettere magistrali con gli astronomi contemporanei suoi, sempre affermando che più li studiava e più andava persuadendosi che sui fenomeni di Marte era a lui impossi-

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