[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Scientia - Vol. IX.djvu{{padleft:82|3|0]]in un piano parallelo al piano dell’eclittica, col raggio ${\displaystyle vt}$ (cerchio che vien proiettato sulla volta celeste in forma di ellisse). Il massimo valore dell’angolo di aberrazione è, come già dissi, la costante di aberrazione ${\displaystyle \alpha =20''\,5}$, tale che ${\displaystyle {\text{sen}}\,\alpha =v:c}$.

La teoria dell’aberrazione, come sopra fu esposta, rende subito ragione di un noto paradosso. Il Padre Boscovich, appoggiandosi sull’ultima formula, aveva espresso l’idea che, osservando gli astri con un cannocchiale pieno d’acqua, si dovesse trovare per la costante di aberrazione un valore ${\displaystyle \alpha '}$ diverso dal precedente, tale che ${\displaystyle {\text{sen}}\,\alpha '=v:c'}$, dove ${\displaystyle c'={3 \over 4}c}$ è la velocità della luce nell’acqua. L’esperienza eseguita da Airy a Greenwich smentì la previsione. E così doveva essere, giacchè il raggio ${\displaystyle \mathrm {S_{0}T} }$ conserva la sua direzione rettilinea anche se è costretto ad attraversare un telescopio pieno d’acqua, la cui superficie superiore ed inferiore risulti normale al raggio stesso; la direzione apparente della stella non dipende quindi dal mezzo trasparente contenuto nel telescopio. Nè varia la direzione reale ${\displaystyle \mathrm {T\,S} }$, giacchè il tempo che la luce impiega a percorrere la distanza dalla stella all’osservatore non viene sensibilmente accresciuto per effetto dell’acqua contenuta nel cannocchiale. Ma se a questo si potesse dare una dimensione comparabile colla detta distanza, verrebbe alterato il valore dell’angolo ${\displaystyle \alpha }$. La previsione di Boscovich sarebbe solo verificata, quando l’obiettivo del telescopio potesse raggiungere l’astro!

I fenomeni di cui abbiamo rapidamente discorso danno qualche indizio sulle leggi alle quali obbedisce l’ottica dei corpi in moto. Ma una conoscenza più profonda di queste non può ottenersi che moltiplicando le esperienze ed accrescendone la precisione. D’altra parte, per guidare lo sperimentatore è opportuna la costruzione di una teoria, la quale da alcune ipotesi fondamentali deduca conseguenze atte ad esser confrontate coi fatti.

La teoria a cui si allude è in sostanza dovuta al Lorentz. L’Einstein però la ricostruisce rimanendo nell’ordine dei concetti svolti sinora. La parte elementare (cinematica) di cui