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LA DOTTRINA DEGLI ANTICORPI


Allorchè nel 1890 Behering e Roux, indipendentemente l’uno dall’altro, annunciarono la meravigliosa scoperta che il il siero di un animale, immunizzato contro la difterite, poteva salvare altri animali dalla infezione difterica, si aprì una nuova era per lo studio e per la cura delle malattie infettive e contemporaneamente si iniziarono altre importantissime ricerche destinate a gettare una viva luce sui fenomeni chimici più mistriosi e complessi degli organismi viventi.

Ben presto infatti, dalla preparazione dei sieri antitossici, si passò a quella dei sieri bactericidi, poi si produssero sieri citolitici, sieri agglutinanti, sieri precipitanti etc. e si vide così che la preparazione dei sieri curativi (antitossici e bactericidi) dipende, come caso speciale, da una legge biologica che ha molto maggior estensione.

Si constatò infatti che, iniettando in un animale elementi dotati di qualche attività di ordine biologico, sostanze capaci di inibire o di modificare tali attività, e questo principio generale è stato chiamato legge degli anticorpi, o legge di Behering, dal nome dello esperimentatore che stabilì la base sperimentale di questo principio.

Anticorpo significa appunto una sostanza che viene a trovarsi nel siero di un animale, acconciamente trattato, e che è dotata di proprietà inibenti e modificatrici. È da notarsi che in genere non è possibile separare in stato di purezza l’anticorpo dal siero che lo contiene, e quindi si usa spesso di indicare il contenente per il contenuto e p. es. di chiamare antitossina, il siero in cui questa sostanza è disciolta.

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