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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Scientia - Vol. VII.djvu{{padleft:326|3|0]]permette di congiungersi con l’ambocettore e un gruppo zimotossico a cui si debbono le proprietà distruttive sui corpuscoli, con cui, per mezzo dell’ambocettore, esso viene ad unirsi.
L’ambocettore ha, secondo Ehrlich, un’origine simile a quella dell’antitossina. Gli ambocettori esistono normalmente come catene laterali nel protoplasma delle cellule, servono al loro ricambio e sono pronti a fissare le molecole di plasmi eterogenei (nel caso presente plasmi di corpuscoli rossi estranei) che con essi vengano in contatto. Durante il trattamento con corpuscoli rossi, molti ricettori cellulari sono occupati e si perdono: questo difetto viene sovracompensato e si producono ricettori liberi in quantità, i quali, come ambocettori, si versano nel sangue, che così acquista proprietà emolitiche, purchè in esso esista come, prodotto naturale, anche il complemento.
Questo schema dell’Ehrlich, sebbene accolto con grandissimo favore e sebbene si trovi in accordo con molti dati sperimentali, non può essere intieramente accettato, se si pensa che lo stato odierno delle nostre conoscenze sui colloidi ci spinge ad allontanarci sempre più dall’idea che le reazioni tra i colloidi stessi e specialmente tra i proteidi avvengano secondo proporzioni definite. Le ricerche di Arrhenius in questo proposito (ricerche fatte nell’Istituto stesso di Ehrlich) condussero questo autore ad affermare, che la reazione tra ambocettore e complemento, avviene secondo il principio degli equilibri chimici.
Morgenroth trovò che l’ambocettore, assorbito dai corpuscoli rossi, si separa nuovamente da questi, quando essi siano trasportati in un siero privo di ambocettore e di complemento, sembra dunque che queste reazioni siano, almeno parzialmente, reversibili. Sembra anche dimostrato che la quantità di sostanze dissolvitrici, assorbite dai corpuscoli rossi, dipenda dalla concentrazione di queste nel liquido (Buchner e Bordet) e Neisser e Vechsberg hanno dimostrato che sussiste un optimum di concentrazione dell’ambocettore e che, al di là di questo, la citolisi si rallenta.
Se si studia quantitativamente il decorso della emolisi specifica, si ottengono curve che hanno un significato molto incerto, perchè molteplici e svariati sono i fattori che entrano in giuoco in questo processo. Quindi non è ancora ben stabilito con quale approssimazione il principio della ripartizione e dell’equilibrio venga verificato nella combinazione dell’am-