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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Scientia - Vol. VII.djvu{{padleft:392|3|0]]concetto, ma anche dannosa alla produzione scientifica, in quanto tende a raffermare i legami storici che inceppano il libero associarsi delle attitudini mentali nella libera ricerca. Ma sopra a questi motivi d’economia, deve essere rilevato infine tutto il valore ideale dell’unità, che implica il rifiuto di ogni distinzione del sapere entro quadri prefissati.
La Scienza non mira soltanto agii acquisti positivi che si traducono in immediate utilità sociali; essa, secondo l’ideale della filosofia positiva, vuole anche porgere una intuizione che tutti gli uomini possano assorbire nella propria individuale visione della vita e del mondo, e che fra tutti crei come legame di solidarietà lo stesso criterio del vero. Ebbene questa intuizione filosofica, che deve costituire la base della società a venire, non può formarsi fino a che il sapere venga spezzato entro categorie irriducibili che allontanano i cultori di scienze diverse. Giacche un uomo solo non può cogliere ormai la totalità degli acquisti fatti, occorre almeno che i campi d’azione dei lavoratori del pensiero si sovrappongano e s’intreccino in tutte le guise; che ciascuno proseguendo un particolare oggetto di ricerca sia indotto ad esaminarlo nella maggior varietà dei suoi rapporti, e senza subire legami necessairi con altri possibili oggetti; che insomma la divisione del lavoro — in forza del suo stesso sviluppo — distrugga il concetto della classificazione delle scienze che è l’attuale espressione del particolarismo; e così la società scientifica ritrovi — in una forma superiore — quella unità che fu la condizione primitiva dell’umano pensiero.
Qui vi è luogo ad osservare che il recente movimento antiscientifico di certe filosofìe è generato in parte come reazione al sistema particolaristico. Le rigide distinzioni a cui corrispondono ricerche analitiche entro campi troppo chiusi, provocano il sentimento ostile di menti ribelli, che si allontanano da ogni ricerca positiva, inseguendo il sogno liberatore di una speculazione contrapposta alla Scienza. Ma la lotta così ingaggiata tra filosofi e scienziati è lotta sterile che rafforza insieme il particolarismo scientifico e il vacuo particolarismo filosofico: bisogna superarla con una nuova posizione del pensiero che contempli la realtà in tutta la sua pienezza.
L’eterno e necessario contrasto fra lo spirito sintetico e lo spirito analitico deve riportarsi nel seno della Scienza