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le teorie sulla immunità 51

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Scientia - Vol. VII.djvu{{padleft:59|3|0]] senso esclusivo e ristretto. Molto probabilmente i modi, con cui avviene la uccisione dei bacteri negli animali immuni, sono molteplici e vari.

A. - La teoria fagocitaria (Metschnikoff).

La teoria fagocitaria si fonda sul fatto che molte cellule capaci di movimenti ameboidi (amebe, rizopodi, eliozoi, mixomiceti, leucociti di varia natura) possono incorporare granuli di differenti sostanze che si trovino in immediata vicinanza di queste cellule. A tale fenomeno si è dato il nome di fagocitosi, e fagociti si chiamano queste cellule mobili.

La fagocitosi fu osservata per la prima volta da Haeckel negli amebociti di un mollusco del genere Tethys, ma è indubbiamente al Metschnikoff che risale l’onore di aver studiato intimamente questo fenomeno e di averlo posto in relazione con l’immunità.

I fagociti dei vertebrati più alti sono dal Metschnikoff distinti in due categorie: microfagi e macrofagi. I primi sono i leucociti polinucleati eosinofili e neutrofili; i secondi sono i leucociti mononucleati, certi endoteli, le cellule connettivali, le cellule plasmatiche, i megacariociti, certe cellule dei granulomi e dei tumori maligni.

Il processo della fagocitosi si può facilmente seguire al microscopio: basta mettere fra due vetrini, o in un preparato a goccia pendente, un po’ di liquido fisiologico che contenga fagociti e corpuscoli inerti, e curare che le condizioni di temperatura, di ossigenazione etc. siano favorevoli. Si può vedere allora che una cellula mobile, che si trovi in contatto con uno dei corpuscoli suddetti, emette prolungamenti (pseudopodi) i quali circondano il corpuscolo e si riuniscono al di là di esso: così il corpicciuolo finisce col trovarsi proprio in mezzo al citoplasma cellulare, e quivi adagio adagio si altera e vien distrutto.

La fagocitosi si esercita specialmente contro i bacteri, ed è per questo che tale proprietà cellulare è un importante fattore di immunità. Per convincersi di questo basta iniettare un po’ di coltura in brodo di bacilli del fieno o di bacilli del carbonchio nel sacco linfatico dorsale di una rana e, dopo qualche ora, raccogliere una goccia della linfa di questo animale ed osservarla al microscopio: si vedrà che quasi tutti i bacilli sono incorporati dai leucociti e, se si prolunga per

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