< Pagina:Scientia - Vol. VII.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
52 scientia

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Scientia - Vol. VII.djvu{{padleft:60|3|0]] qualche tempo l’osservazione microscopica, si potrà constatare che i bacilli incorporati dai leucociti subiscono modificazioni profonde, cioè si frammentano, si disciolgono parzialmente e si riducono in granuli irriconoscibili, che poi vengono eliminati dai fagociti.

Questo processo di digestione intracellulare dei bacteri si crede che avvenga per opera di fermenti elaborati dal protoplasma dei fagociti; di questi fermenti alcuni avrebbero la proprietà di distruggere la membrana di rivestimento delle cellule bacteriche, e questi si chiamano citasi, altri produrrebbero scissioni nel protoplasma stesso dei bacteri (proteasi).

Non sempre però i fagociti sono capaci di digerire i microbi incorporati per fagocitosi; spesso questi ultimi, specialmente se si tratta di spore (Trapeznikoff), restano inalterati entro i fagociti o anche vi si sviluppano rigogliosamente.

Vediamo ora il nesso che, per opera del Metschnikoff, unisce questi fenomeni della fagocitosi con il problema dell’immunità. Il Metschnikoff fu indotto a stabilire questo legame, studiando al microscopio la malattia di un insetto delicatissimo del genere Dafne, che si può sottoporre vivo ed intiero alla osservazione microscopica, e che è spesso invaso da un parassita della classe degli ifomiceti. Da un esame accurato e paziente risultò al Metschnikoff che se i germi dell’ifomicete, venuti a contatto dell’insetto, erano distrutti per fagocitosi dagli amebociti di questo, la malattia non si sviluppava; se la fagocitosi invece non avveniva, la Dafne soccombeva all’infezione.

Il Metschnikoff da queste prime ricerche passò agli esperimenti col carbonchio sulle rane e sulle cavie, e concluse che, dopo la introduzione di germi patogeni in un animale, la malattia non si sviluppa, se i fagociti dell’animale sono capaci di incorporare e distruggere i bacteri; se i bacteri invece resistono alla fagocitosi, l’animale si ammala e muore.

La immunità naturale verso una infezione consiste in una capacità congenita dei leucociti ad incorporare e a distruggere i bacteri di quella infezione: la immunità acquisita sarebbe la risultante di mezzi atti a stimolare i leucociti e le altre cellule dell’organismo ad una efficace fagocitosi: la guarigione di una malattia infettiva incomincia, appena che i fagociti divengono capaci di distruggere i germi invasori. Quindi, secondo il Metschnikoff, i leucociti costituiscono un

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.