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socialismo giuridico 155

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Scientia - Vol. X.djvu{{padleft:163|3|0]]socialistica entrato nei sistemi positivi di diritto, ma un iiw dirizzo del pensiero socialista. Un certo numero di credenti osservò che mentre il socialismo consisteva nell’idea di una nuova organizzazione sociale, questa veniva raccomandata soltanto dimostrandone i vantaggi e contrapponendoli ai danni dell’attuale, nel presupposto che ciò fosse sufficiente ad assicurarne il trionfo. Il verbo socialista parlato e scritto non riusciva così se non una serie di disquisizioni economiche, morali, filantropiche. Di questo stato di cose codesti credenti non rimasero soddisfatti e ragionarono così: una qualsiasi riforma sociale deve tradursi di necessità in una riforma del diritto positivo esistente. Ma una riforma simile domanda ad essere accolta e restare di essere trovata giusta. Non basta che sia vantaggiosa per alcuni o per molti. Il mero senso del vantaggio non può eccitare questi all’azione necessaria perchè la riforma proposta diventi legge. L’eccitamento non può scaturire anche in essi che dal concetto della giustizia. E d’altra parte per la giustizia sua la riforma può trovar favore anche presso quelli ai quali riescirebbe dannosa. Il socialismo deve adunque concretarsi in un elenco di diritti; una serie di affermazioni giuridiche. Non occorre un elenco minuto, una specie di codice; basta un elenco di diritti fondamentali, i quali entreranno a far parte della coscienza giuridica popolare. Divenuto il socialismo per tale modo giuridico, allora la giurisprudenza interpreterà e applicherà il diritto vigente in modo sempre più conforme ad esso socialismo. Inoltre le masse si sentiranno sempre più spinte ad impadronirsi del potere legislativo, appunto per tradurre in leggi il diritto socialista. Il quale adunque finirà col trionfare, prima infiltrandosi negli istituti giuridici esistenti, poscia sostituendosi ad essi.

Questo socialismo ha l’aria di divergere da tutti gli altri socialismi per ciò che non si presenta come un altro progetto di una macchina sociale nuova da sostituire all’antica. Eppure è anch’esso un progetto; soltanto non di una macchina diversa da tutte le altre progettate nella struttura; bensì nella materia. Egli trae la sua individualità dal volere che, qualunque sia la struttura preferita, la materia, di cui la macchina progettata si compone, sia diritto.

Si intuisce che intorno a questo socialismo v’ha poco da dire. Si può rilevare che esso fa un uso improprio del ter-

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