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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Scientia - Vol. X.djvu{{padleft:174|3|0]]le leggi prima esposte sono certe nei loro effetti, che noi scorgiamo essere codesti consorzi composti di sole persone fisiche, finché il numero dei loro membri è minimo. Appena si estendono col soppraggiungere di nuove generazioni, si spezzano in sotto gruppi: le famiglie, ciascuna con una propria economia. Ad un’ulteriore estensione il consorzio si frange in più consorzi, o resta diminuito di famiglie, che se ne distaccano e iniziano una vita del tutto autonoma per loro conto. Ne è distrutto nel gruppo maggiore o minore l’autonomia economica dell’individuo. Certi beni mobili almeno o certi guadagni sono di regola suoi. Dove eccezionalmente si ammette che tutte le attività economiche sono del gruppo, la personalità economica individuale s’introduce sotto forma di peculio. Codesti consorzi caddero in quella parte di mondo ove si predica il socialismo. Allo Stato di parenti vi è succeduto lo Stato di cittadini, di uomini riuniti soltanto dalla comune soggezione alla sovranità, un legame, che come fondamento di socialità è infinitamente minore della parentela. Codesto Stato è a territorio tanto vasto, quanto quello dei consorzi gentilizi, se ne avevano uno, era piccolo; conta i suoi membri non a diecine o al più a centinaia come facevano quelli, ma a milioni; di regola a molti milioni; e alla divisione territoriale delle attività, che era ignota ai consorzi in discorso, si unisce una divisione qualitativa spinta al massimo limite, dove questa era nei consorzi stessi rudimentale. In questo Stato sono presenti così le condizioni per una moltiplicazione delle persone giuridiche dentro di esso e per una estensione massima della personalità e di queste e delle persone fisiche a carico della socialità verso di lui. Veramente questa socialità è ridotta ad un minimo. Gli individui e le organizzazioni contenute nello Stato non sentono più lo Stato che nei suoi rapporti verso gli altri Stati. L’individuo ha il senso dell’indipendenza, dell’onore, della forza del suo Stato verso l’estero; e in ordine a questi scopi si sente una cosa sua. Nei rapporti interni lo Stato è un estraneo all’individuo; uno strumento della sua personalità e non più.
Questo sentimento di strumentalità dell’ente a favore della personalità dei suoi membri, come corre fra i singoli individui entro lo Stato e lo Stato, corre anche tra i singoli individui compresi nelle organizzazioni minori e le organizzazioni stesse. Le compagini sociali odierne sono tutte così per l’uomo; l’uomo non è mai per esse. Solo la famiglia, la piccola nostra