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l'opera di j. h. van ’t hoff 65

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Scientia - Vol. X.djvu{{padleft:73|3|0]]tivo: quello della termochimica, ma la gran massa di dati raccolti non aveva in fondo condotto ai grandi risultati sperati e si erano in questo campo manifestati indirizzi non completamente rigorosi. Fuor di là solo poche reazioni seriali relative a certe proprietà, fonte più che altro di illusorie teorie e di conseguenti delusioni, e, germe ben più promettente, qualche sporadico caso di ricerche quantitative sulle velocità di reazione e sugli equilibri chimici.

Questo parve a van ’t Hoff il compito più immediato e più importante: colmare le grandi lacune esistenti e tentar di comporre in un corpo di dottrina le scarse e sparse nozioni finora possedute. In questo senso si pose subito al lavoro, sia teorico, sia sperimentale. I primi frutti delle sue ricerche furono esposti, non in singole memorie staccate, ma raccolti in modo armonico e comprensivo sotto forma di un libro, che col titolo Études de dynamique chimique vide la luce nel 1884. L’opera era già tutta impregnata dallo spirito che doveva d’ora innanzi informare tutta la produzione del van ’t Hoff.

L’autore tentava di applicare fin dove è possibile i metodi matematici e sopratutto i principii della termodinamica allo studio dei fenomeni chimici. L’idea in sè non era nuova; Clausius oltre 20 anni prima aveva accennato alle possibili applicazioni sopratutto del secondo principio, ma senza dare alcun esempio concreto. Esisteva già bensì l’opera di Willard Gibbs, ma giaceva ancora, colossale blocco granitico, sepolta negli atti di una oscura accademia americana ignota a tutti gli scienziati, certo a tutti i chimici. I soli tentativi di qualche importanza restavano quelli di Horstman e di Peslin e Moutier ai fenomeni di dissociazione.

Il lavoro di van ’t Hoff era di gran lunga più cospicuo e sistematico e poichè l’autore, da vero chimico, fa procedere di pari passo lo studio teorico e la verifica sperimentale, esso ebbe una influenza preponderante nel divulgare fra i chimici i metodi ed i principii di questo nuovo ramo della scienza.

Egli studia anzitutto le velocità di reazione studiando i più svariati tipi di processi, riconoscendo le leggi e ricercando la applicabilità dei metodi di questa cinetica chimica alla determinazione dell’ordine delle reazioni. Cerca nei modi più ingegnosi di ritrovare le leggi generali quando esse son mascherate da reazioni secondarie perturbatrici eliminando que-


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