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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Scientia - Vol. X.djvu{{padleft:80|3|0]]stati confutati da altri autori, fra cui il Cohen, il primo degli allievi di van ’t Hoff.

Un altro americano, il Morse, con una serie di lavori sperimentali ben altrimenti poderosi ed esatti ha dimostrato che la pressione osmotica segue le leggi di van ’t Hoff fino a concentrazioni abbastanza elevate. Lo Scarpa ha confermato che le variazioni di essa colla temperatura seguono la legge di Gay-Lussac.

Altri chimici e fisici che non hanno sufficientemente studiato l’opera del maestro, o la conoscono solo da esposizioni di seconda mano, hanno voluto criticare le idee di van ’t Hoff intorno al meccanismo della pressione osmotica. Ma questo si chiama combattere contro mulini a vento: van ’t Hoff ha bensì talvolta accennato alla concezione cinetica delle soluzioni, dato il parallelismo coi gas, e se ne è giovato nell’esposizione scolastica, ma non se ne è mai servito per dedurre le sue leggi. Egli ha anzi sempre posto in rilievo che il meccanismo della pressione osmotica ed il modo di agire della parete semipermeabile non hanno nessuna influenza sulla deduzione e lo sviluppo della teoria.

Vero è che la teoria delle soluzioni diluite (molti dimenticano questa parola su cui van ’t Hoff ha sempre insistito) rappresenta una legge limite, come tante altre grandi leggi naturali di cui nessuno ha mai negato per questo il valore. Vero è che la membrana perfettamente semipermeabile è un oggetto ideale, che è pressochè impossibile di realizzare ed a cui è già estremamente difficile l’accostarsi.

Ma anche se essa fosse una pura astrazione la teoria reggerebbe ugualmente, poichè tutte le leggi sulla ebullizione e sul congelamento delle soluzioni che ne sono la conseguenza necessaria, sono state, quelle, verificate colla necessaria esattezza e lo sono ogni giorno. Tutte le migliaia e migliaia di determinazioni ebullioscopiche e sopratutto crioscopiche, che sono state e sono ogni giorno eseguite nei laboratorii, rappresentano altrettante conferme e pongono la teoria su una base granitica che nessun criticismo, per acuto che sia, varrà a scuotere.

Che le nostre idee sulla natura delle soluzioni, sopratutto concentrate, e sullo stato delle sostanze disciolte, abbiano negli ultimi anni preso un nuovo indirizzo, che si tenda ora a ritornare ad una teoria degli idrati o dei solvati in genere,

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