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l’opera di j. h. van ’t hofp | 75 |
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Questo gruppo di lavori riempie tutto il periodo di dieci anni, dal 1886 al 1895, ossia il secondo periodo della permanenza di van ’t Hoff ad Amsterdam.
Si giunge così all’epoca berlinese della sua attività, dedicata completamente alla applicazione dei principii e dei metodi prima trovati, alla ricerca delle condizioni di formazione dei depositi oceanici, e particolarmente dei celebri giacimenti di Stassfurt. In questo lavoro che fu il primo e resta il più grandioso tentativo di applicazione della chimica fisica, a problemi della geologia per trasformare questa, fin dove è possibile, in una scienza sperimentale, egli ebbe a costante collaboratore per un decennio, fino al giorno in cui nel 1906 una morte prematura lo rapì a 42 anni, Guglielmo Meyerhoffer.
Non era questi un collaboratore ordinario. Quando nel 1896 egli si associò al Maestro per fondare il piccolo laboratorio privato della Hollandstrasse, aveva fra l’altro già scritto un libretto sulla regola delle fasi, che è ancora uno dei migliori su questo argomento, ed aveva già eseguito lavori sperimentali assai pregevoli sulle coppie di sali reciproci, argomento che pel problema da trattare aveva la più grande importanza; egli era nelle questione teoriche un pensatore del tutto indipendente ed originale, e non sempre in accordo in tutto col Maestro. Credo che vi siano pochi casi nella storia della scienza di collaborazioni così intime fra uomini di questo valore, e pochi casi altresì di collaboratori che vivendo a lungo nella più stretta e quotidiana intimità scientifica e personale con un così grande Maestro, abbiano conservato tanto intatta la propria personalità intellettuale, senza che ciò d’altra parte turbasse mai i rapporti fra i due, circostanza che torna ad onore ad entrambi.
Ma vi è di più. L’idea madre del lavoro comune, appartiene in gran parte al Meyerhoffer, come van ’t Hoff ha sempre apertamente riconosciuto. Meyerhoffer aveva infatti, nel succitato lavoro sui sali reciproci, nel 1895, espressa l’opinione che «la formazione dei depositi salini di Stassfurt, Wielicza ed altri luoghi, in quanto essi sono di origine marina, non potrà essere esaurientemente spiegata, finchè le solubilità e i rapporti di equilibrio, che intervengono fra i sali che si trovano nell’acqua di mare non siano sottoposti ad una ricerca sistematica».
Già nel 1889 del resto van Bemmelen, nel suo discorso