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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Senso.djvu{{padleft:197|3|0]]— Ti sta bene quest’abito. È anche troppo attillato.
— Lo feci fare a Milano prima di partire, e in campagna non lo mettevo mai senza mandarti un sospiro di desiderio. Ho tanto patito, sai, di non poterti vedere questo eterno mese.
— E t’hanno detto bella anche in campagna, non è vero?
— Non lo so. Mi basta sentirlo dire da te.
— Eppure, sii schietta, te l’hanno detto.
— O Dio, avresti voluto che paressi proprio la befana?
— Vorrei, confesso, che non ti dessi tanta briga di piacere alla gente.
— Sai che non m’importa di piacere ad altri che a te, a te solo, a te che sei un cattivo egoista. Se ti dicessero che sono brutta o che mi vesto senza garbo dorrebbe pure alla tua vanità.
— Certo.
— E vorresti che fossi tanto stupida da non avvedermi che non sembro nè goffa, nè brutta?
— Te n’avvedi e te ne compiaci.
— Dunque sono una civetta, — e ritirò la sua mano dalla mia.
— Perdonami, Matilde. Io sono, lo sai, una bestia fastidiosissima. Tu invece sei la più buona, la più angelica creatura di questo mondo. Perdonami: ti amo tanto! —
Ella continuava a guardare i campi, strin-