< Pagina:Senso.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Senso.djvu{{padleft:211|3|0]]

I.


Nipote mio, ho compiuto quest’oggi i miei novant’anni, e ho fatto il mio testamento. Lascio quasi tutti i miei soldi, circa un centinaio di mila lire, a tua sorella Maria, che ha sette figliuoli ed è vedova, con il patto di passare tremila lire l’anno alla mia buona Menica, la quale è troppo vecchia e stanca per attendere agli affari. Vero è che la mia buona Menica mi fa arrabbiare tutte le sante sere. Non vuole andare a letto prima di me, per quanto io la preghi e scongiuri; e mentre scrivo al lume di questa lucerna e ne smoccolo i lucignoli, ecco lì la tua zia, dall’altra parte di questa tavola, che dorme col gatto nero sulle ginocchia. Da mezzo secolo si fa la stessa vita placida e dolce e tanto rapida che le settimane volano come giorni; e la mia cara vecchietta tutta linda, con la sua cuffia bianca

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.