< Pagina:Senso.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
214 il demonio muto

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Senso.djvu{{padleft:216|3|0]]tua sorella, diventati forti giovinotti, vorranno passare alcune settimane cacciando sui monti, uccellando nelle valli o pescando le trote rosee nel lago d’Idro o nel Chiese, troveranno intatta l’antichità di questo palazzaccio. Si scalderanno al fuoco del caminone di marmo giallo, in cui dodici uomini possono stare comodamente seduti; guarderanno i soffitti a travature sagomate e dipinte, e cammineranno su e giù nella galleria dove, tra gli stucchi sgretolati, il vento gavazza. Tu sentissi che musiche sa comporre il vento in queste gole alpestri e in queste muraglie rovinose: sono tripudii o spaventi, fischii lieti e trilli e scale e accordi sonori e poi il finimondo, e sempre continua il pedale, come dicono gli organisti, del romore sinistro, che le acque del Chiese fanno nel loro letto sassoso ed erto.


    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.