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230 | il demonio muto |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Senso.djvu{{padleft:232|3|0]]gioielli. Via gli eccitamenti alla corruzione, le tentazioni al peccato. Vivete, pensando solamente alla morte ed al cielo.„ E di quando in quando si sentiva la stessa voce, che dominava il turbinoso frastuono del popolo, ripetere: “Distruggete, fratelli, disperdete gli strumenti del vizio.„ —
Mi sembrò che i pochi capelli bianchi della vecchia le si rizzassero sul cranio. Dopo una pausa ripigliò:
— Io era giovane allora, bella, sana, ricca, empia. Mi scaldavo le mani alla catasta e ridevo. —
Puoi pensare, nipote mio, se queste parole della strega avevano solleticato la mia voglia di sapere ogni cosa, e se io la tempestassi d’interrogazioni. Ma ella non rispondeva più niente. Pareva che fantasticasse a qualcosa di là dal mondo. Finalmente, infastidita dalla mia insistenza, mi chiese con ira: — Chi è lei che m’interroga? Che cosa importa a lei di queste storie di mezzo secolo addietro? Non può lasciarmi quieta nelle mie memorie e ne’ miei rimorsi? —
Cercai di placarla, e per iscusare la importunità le dissi il mio casato e ch’io ero pronipote del Beato Antonio.
— Nipote! — gridò, spalancando gli occhi cisposi.
— Figlio del figlio d’un suo fratello.
— Figlio del figlio d’un suo fratello — mormorava la vecchia fra le gengive, come se studiasse questo grado di parentela.