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il demonio muto | 245 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Senso.djvu{{padleft:247|3|0]]a carbone; le perlette sparirono; il manico durò un gran pezzo a bruciare, e le figurette della caccia, staccandosi ad una ad una, caddero nelle brace. Chiamai la serva, che gettasse dell’altra legna sul fuoco.
Tutto fu consumato. Nell’uscire dalla sala, passando innanzi al ritratto di Don Antonio, mentre le ultime brace ardenti lo irradiavano di una luce oscillante e sanguigna, credetti che lo sguardo del Santo mi seguisse ancora tenace, torvo, implacabile. Gelai tutto e svenni.
Mando un addio a te, a tua sorella ed ai suoi figliuoli; e mi dolgo che siate troppo lontani, perch’io vi possa vedere mai più.
Sono alzato e ti scrivo dal tavolino; ma sento dentro di me come un presentimento felice. Ho chiamato per questa sera il mio buon Curato. Mi confesserà e mi darà l’olio santo.