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274 | senso |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Senso.djvu{{padleft:276|3|0]]verò qualche impiegatuzzo con cui giuocare a briscola; berrò, mangierò, farò le lunghe dormite; avrò la noia di stare a casa nel giorno, ma la notte, sempre zoppicando un poco per prudenza, mi potrò sfogare. Ti piace?
— Mi piacerebbe, se tu fossi a Trento. Verrei da te ogni giorno, due volte al giorno. Già quando ti credono malato, stare a Verona o a Trento non è lo stesso?
— No, i regolamenti vogliono che il militare malato stia nella sede del Comando, sotto la continua e coscienziosa vigilanza dei medici. Ma, appena finita la guerra, tornerò qua. La guerra sarà fiera, ma breve.
— Mi amerai sempre, mi sarai sempre fedele, non guarderai nessun’altra donna? Me lo giuri?
— Sì, sì, te lo giuro; ma l’ora passa, e i duemilacinquecento fiorini mi occorrono.
— Subito?
— Sicuro, devo portarli con me.
— Ma nello scrignetto credo di avere appena una cinquantina di napoleoni d’oro. Tengo sempre poco denaro.
— Insomma, trovali.
— Come vuoi ch’io li trovi? Posso chiederli a mio marito a quest’ora, così, con quale pretesto, per darli a chi?
— L’amore si conosce dai sacrifizii. Non mi ami.
— Non ti amo? io che ti darei volentieri tutto il mio sangue.