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vade retro, satana 35

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IV.


Il prete girò, senza saperlo, a sinistra, dove la strada sale e s’interna nella montagna; passò a’ piedi della chiesetta di San Rocco, posta sul vertice di una rupe acuta, e camminò verso il prato così detto del Lago. Incontrava parecchi di quei carri alpini che, formati delle sole ruote dinanzi e di due lunghissime stanghe, le quali si trascinano per terra con la loro estremità posteriore, servono a portare il carico voluminoso di una erba appena tagliata, olezzante d’ogni grato profumo e tempestata de’ fiorellini d’ogni allegro colore. I poveri buoi, scendendo lenti e gravi dall’erta ripidissima, puntavano vigorosamente le zampe tra i sassi enormi, docili alla parola delle montanine che li guidavano, maestosi e rassegnati, con l’occhio umido, un poco inquieto e assai mesto. Le donne salutavano, ma il curato non rispondeva. Una volta rischiò di rimanere schiacciato sotto a un carro, che non aveva scan-

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