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vade retro, satana 45

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Senso.djvu{{padleft:47|3|0]]Il prete aveva letto la lettera attentamente, sospirando in principio, fremendo alla fine. — Povera santa! — esclamò; e scrisse questo polizzino con la sua scrittura larga e affrettata: “Verrò domani. Discorreremo, e vedrà che i suoi dubbii non sono giusti. Pazienza, indulgenza, dolcezza: ecco i rimedii. Preghi la Santissima Vergine Maria, che conosce le debolezze e le ambascie dei mortali. A rivederci domani„.

Menico aveva annunziato da un po’ di tempo, che una donna, la Pina del Rosso, ed il vecchio padre di lei chiedevano di parlare al reverendo signor curato. Entrarono con gli occhi pieni di lagrime; e la donna, singhiozzando, raccontò che il suo marito voleva vendere le giovenche, tutte, una ventina, l’unica loro ricchezza, per impiegare il denaro nella impresa delle ferriere: — Deve condurre le bestie doman l’altro al mercato di Malè, e ci andranno con le loro mandre altri cinque o sei di questi indemoniati. Daranno via il bestiame per niente: e poi a tali imprese, che il diavolo se le porti, io non ci credo. Sono trufferie; lo dice anche mio padre, che sa il vivere del mondo. — E il povero vecchio mezzo paralitico accennava di sì, crollando mestamente il capo. — Non glielo avessi mai detto al mio uomo! S’è infuriato, mi ha picchiata; veda queste lividure — e mostrava le spalle maculate. — Ma io insisteva, e lui giù botte da orbo. Non ho potuto rimuoverlo di un ette. Ci salvi lei, signor cu-

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