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vade retro, satana | 53 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Senso.djvu{{padleft:55|3|0]]passi per inginocchiarsi ad una cappelletta. Un lumino rischiarava l’immagine della Santa, la quale, certo, non era stata dipinta nè dal Beato Angelico, nè da Raffaello da Urbino. I capelli, fatti a linee ondulate mezze giallognole e mezze rossigne, le cadevano sulle spalle, ed erano circondati da una grande aureola a raggi, simile alle ruote di un carro; aveva le guance porporine; aveva la bocca a forma di sgraffa orizzontale d’un bel colore vermiglio; e le sopracciglia dovevano essere state tracciate con le seste, prendendo a centro le pupille azzurre, tanto il loro semicerchio appariva netto e preciso. Ma quando il prete, nel fervore della sua orazione, alzò gli occhi a quella figura, gli parve che fosse uno scherzo del diavolo. Credè di vedere un’atroce caricatura di Olimpia, e subito sentì il cuore martellargli orribilmente, e si alzò disperato.
Mille idee ribollivano nel suo cervello; ma ce n’era una piccola, la quale si metteva innanzi a ogni tratto, ed era questa: — La donna infame ha sì o no le labbra, le gote e le sopracciglia dipinte? La signora Carlina aveva visto bene, o l’innocente gelosia le aveva forse offuscato il giudizio? — E al sospetto che fossero finzioni, il prete sentiva un certo vago rammarico. Poi si vergognava di quegli indegni pensieri, s’affaticava a ritrovare il filo della preghiera interrotta; ma quanto più raccoglieva le sue forze per cac-