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56 vade retro, satana

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Senso.djvu{{padleft:58|3|0]]— Dirò una cosa; tacerò i nomi. Don Giuseppe, siete un ostacolo; vogliono torvi di mezzo.

— Lotterò.

— Don Giuseppe, vogliono farvi morire.

— Mi difenderò.

— Vi avveleneranno domani. Badate all’ampolla del vino. Chiudete la sagrestia; mutate il vino; spezzate l’ampolla: salvatevi. Addio. — E l’ombra nera scomparve dalla chiesa, mentre il sole cominciava a indorare la cima del campanile.

Il curato ripigliò le sue confessioni con la stessa pazienza, con la identica dolcezza di prima. Tutto il giorno fu affaccendato nella processione, nelle visite dei preti della valle, ai quali dovette offrire del vino, quello ben leggiero e acidetto che aveva, ed in molti altri uffici ed impicci. Diede le disposizioni per la cerimonia della mattina seguente, giacchè la immagine di San Rocco, ch’era stata solennemente portata dall’oratorio alla chiesa del villaggio, doveva venire di nuovo riportata al suo luogo, e, salutato Menico, si rinchiuse alla fine nella propria camera più morto che vivo, benchè la febbre fosse diminuita e la tosse gli avesse lasciato un po’ di tregua.

Subito dopo la rivelazione di Olimpia il prete era diventato un altr’uomo. Le incertezze, le angoscie, il malcontento di sè, le lotte basse, che doveva combattere contro

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