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60 | vade retro, satana |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Senso.djvu{{padleft:62|3|0]]licenza di ritirarsi per un momento nella sua camera. Appoggiò al muro le spalle e continuò a leggere, poi cadde sulle ginocchia di contro al Cristo sanguinoso e pregò alcuni minuti.
La lettera sospendeva il prete dalle sue funzioni di curato, gli ordinava di consegnare immediatamente la chiesa con tutti gli oggetti sacri, e la canonica con tutto ciò che non fosse di proprietà sua personale, all’ecclesiastico esibitore del foglio, d’accordo, per ciò che potesse riferirsi alla potestà civile, con il signor Capocomune. Quanto alle ragioni di una ordinanza tanto severa era detto poco. Si citava questo precetto: Parochus debet, in quantum potest, cum debita prudentia scandala de medio tollere; ora, non solamente il curato aveva mancato di prudenza nel cercare di togliere via gli scandali, ma ne aveva fatto nascere di nuovi e gravissimi, senza volersi fermare alla sua condotta sospetta, o per lo meno incauta anche rispetto alla morale. Perduta oramai ogni autorità nella parrocchia, doveva lasciar ad altri il suo ufficio. — Firmato: Giovanni Vescovo.
L’ordine era perentorio; bisognava ubbidire. Chiamò Menico, pregandolo di fare senza indugio un involto della sua poca biancheria, della veste talare, di un paio di scarpe, di tre o quattro volumi teologici: nient’altro. Si mise in tasca i ritratti in dagherrotipo del padre