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6 | vade retro, satana |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Senso.djvu{{padleft:8|3|0]]bianca, rasa la settimana innanzi, irta come spilli, ma le folte sopracciglia, sugli occhietti piccoli, erano ancora d’un nero d’inchiostro. Il sacerdote piegò il corpo alto ed esile, e, umilmente, con voce tranquilla, dolce, ripeteva: — Menico, ti prego di scusarmi. — I contadini ridevano sotto i baffi. A un tratto il vecchio, afferrata la mano del padrone, senza lasciare a questi il tempo di ritrarla, gliela baciò più volte; e gli occhietti piccoli erano lustri di lagrime.
Il prete, ritornato nella sua camera, aveva ripreso il Breviario. Lette appena due facce, seguendo, come vuole la Chiesa, con gli occhi intenti lo scritto e pronunciando sottovoce ogni sillaba, chiuse sconfortato il volume. — Non posso — mormorò — non posso. L’Officio si deve recitare con attenzione e devozione: Officium recitandum est attente et devote... Or io sento in tutte le membra una inquietudine di cui non so capire il perchè, come se migliaia di formiche girassero e rigirassero sulla mia pelle. Cerco di fissare la mente all’un pensiero od all’altro, e la mente scappa dove le garba, compiacendosi in cento nuove immagini strane e puerili. Sarà forse l’aria, così carica oggi d’elettricità. Forse la mia consueta febbriciattola va peggiorando. — Si pose all’inginocchiatoio, davanti ad un Crocifisso allampanato. Vi stette qualche minuto con le mani giunte, il capo chino, bisbigliando preghiere: poi, alzatosi di botto,