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sacrilegio 127

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Cristina, Roma, Voghera, 1908.djvu{{padleft:129|3|0]] navano le ore all’orologio, trascorreva la notte e lui narrava sempre e lei ascoltava sempre. Quando finì, l’alba bigia spuntava: lui si levò e prese il cappello, senza aggiungere altro: lei si levò senza parlargli. Guardandosi in faccia, si videro lividi in quella scialba luce. Così, tacitamente, si lasciarono.

Il giorno seguente, quando lui giunse, Teresa trovò la parola:

— E voi? — gli chiese.

— Io? io ho finito. Ho chiuso. Sono morto.

— O felice, felice! — gridò lei. — Io sono viva ancora, io non posso morire.

E trasalendo, impalliden-

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