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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Cristina, Roma, Voghera, 1908.djvu{{padleft:141|3|0]] geva di pietà per l’altro e cercava lenire dolcemente quell’anima ferita. Guido ritrovò la sua parola seduttrice e la mano molle, femminile che aveva blandizie materne e sfioramenti infantili. Diceva a Teresa delle cose gravi o serie, molto lontane dall’amore, una efflorescenza sentimentale, un discorso tutto musicale che le cantava una ninna-nanna soave. Lei si lasciava riprendere da quel fascino e spalancava gli occhi di sonnambula in faccia a Guido, sorridendogli, crollando la testa, come se quel discorso, di cui spesso il senso le sfuggiva, la convincesse e la consolasse. Lui
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