< Pagina:Serao - Cristina, Roma, Voghera, 1908.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

sacrilegio 149

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Cristina, Roma, Voghera, 1908.djvu{{padleft:151|3|0]] sulle spiaggie, nelle strade, nei teatri: dove ci era un ricordo, vollero deturparlo. Rifecero la via della passione, senza passione: rifecero la via dell’amore, cambiandola in via crucis. Erano ebbri del loro peccato, ammalati, agonizzanti: stracciarono le lettere, dispersero i ricordi, spezzarono i ritratti: presi dalla follia della distruzione. Fino a che, una sera, egli le disse:

— Voglio che mi baci come l’altro.

— Vattene, vattene — strillò lei. — Io non t’amo, vattene; io non posso amarti, vattene; io ti odio, vattene.

Lui la odiava, nell’intensità dello sguardo.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.