< Pagina:Serao - Cristina, Roma, Voghera, 1908.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
52 cristina

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Cristina, Roma, Voghera, 1908.djvu{{padleft:54|3|0]]

Il discorso cadde, essi continuarono a pranzare silenziosamente. Erano soli, soli, ora, ridotti a due: povera zia Rosina era morta della sua asma e Carluccio seguiva il terzo corso al collegio militare della Nunziatella. La zia aveva lasciato diecimila lire a Cristinella, e Carluccio aveva avuto ogni anno la cifra reale, come premio. Soltanto don Cosimo invecchiava giorno per giorno, logoro di fatica. Non parlarono più di Giovannino Sticco; ma sulle ventiquattro, appena Cristina aveva intonato il rosario a cui le donne di casa rispondevano, quasi cantando, il padre sopraggiunse, sedette

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.