< Pagina:Serao - Cristina, Roma, Voghera, 1908.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
cristina | 71 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Cristina, Roma, Voghera, 1908.djvu{{padleft:73|3|0]]
— Diglielo.
E le voltò le spalle, tutta vibrante ancora di sdegno, tutta commossa ancora dell’atto di volontà che aveva fatto. Per ritrovare la calma dovette passeggiare su e giù, in camera sua per un pezzetto, parlando fra sè, cercando di sfogarsi per riprendere equilibrio. Poi la cuciniera venne a cercarle la roba per il pranzo, perchè Cristina chiudeva tutto, sempre, e si metteva le chiavi in tasca. Entrò nella dispensa e con un cucchiaio di legno staccò un grosso pezzo di strutto bianco, da una vescica già sventrata: lo misurò con l’occhio, era una libbra. Tagliò da
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.