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Il romanzo, la stravaganza, la follia, era quello che le aveva sempre fatto paura! Ora, lanciata in questo vortice, non poteva salvarsi più.
— Sposalo, figlia mia — disse suo padre, sospirando, invecchiato di dieci anni. — Non restiamo con questo rimorso: tutta la città ti accusa di questo suicidio.
— Sposalo, Cristinella — disse don Ciccio Cannavale, il padrino; — ha voluto morire per te, poveretto.
— Sposatelo, figlia mia — disse il confessore — se no, egli muore in peccato mortale. Fate dannare un’anima.
Non era il romanzo, questo matrimonio, fatto nella
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