< Pagina:Serao - Cristina, Roma, Voghera, 1908.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

cristina 85

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Cristina, Roma, Voghera, 1908.djvu{{padleft:87|3|0]]

Il romanzo, la stravaganza, la follia, era quello che le aveva sempre fatto paura! Ora, lanciata in questo vortice, non poteva salvarsi più.

— Sposalo, figlia mia — disse suo padre, sospirando, invecchiato di dieci anni. — Non restiamo con questo rimorso: tutta la città ti accusa di questo suicidio.

— Sposalo, Cristinella — disse don Ciccio Cannavale, il padrino; — ha voluto morire per te, poveretto.

— Sposatelo, figlia mia — disse il confessore — se no, egli muore in peccato mortale. Fate dannare un’anima.

Non era il romanzo, questo matrimonio, fatto nella

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.