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Egli era un vinto. Portava in sè tutte le traccie delle battaglie combattute con accanimento, ma perdute senza gloria. Come in tutti gli uomini di lotta, l’armonia della sua bellezza virile si era guastata e corrotta. Per quindici anni, dai venticinque ai quaranta, lo spasimo interno aveva corrugato quella fronte, aggrottate quelle sopracciglia, fatto fremere quelle nari mobili, curvate al sogghigno quelle labbra. Ora i capelli

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