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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Cristina, Roma, Voghera, 1908.djvu{{padleft:92|3|0]] ricciuti s’eran fatti radi sulla fronte, come se fossero abbruciati: l’occhio era vitreo, inerte: sotto il mustacchio che si brizzolava, le labbra s’erano appassite, quello inferiore era cascante come per stanchezza. Talvolta, in alcuni momenti di profonda distrazione, di sguardo interiore, le palpebre plumbee si abbassavano, il viso si allungava, tutte le linee si atonizzavano e quella faccia pareva già morta, già decomposta. Ritornava in sè lentamente, quasi rinvenisse, con un’espressione di pena: così una lieve animazione ridava un senso di vita a quella faccia che aveva troppo vissuto, consumandosi

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